Scritto il 14 Ott 2016 da

In data 8 e 9 ottobre si è tenuto a Piacenza il Consiglio Nazionale FNCM. L’ordine del giorno prevedeva discussione su bilancio e relazioni dei componenti il Consiglio. A seguire una valutazione dei rapporti con le altre sigle ed associazioni del mondo della riabilitazione e programmazione della formazione. Ulteriori temi trattati hanno impiegato fattivamente il tempo della due giorni del Consiglio evidenziando, per l’anno a venire, gli sforzi maggiormente necessari per il raggiungimento degli obiettivi federativi.

L’impegno di FNCM si è recentemente focalizzato sulla problematica fiscale che ha attanagliato la nostra categoria specialmente nel corso del 2016. Inutile spendere parole sul perché le fatture dei colleghi non vengono riconosciute appieno dal fisco italiano; fatto è, però, che la nostra associazione ha fatto i propri passi con la politica e le preposte istituzioni e siamo ottimisti sulla risoluzione definitiva del problema fiscale in essere. Speriamo veramente di poter annunciare, per il prossimo anno, di aver chiuso con la suddetta questione.

La complessa situazione che coinvolge invece i colleghi post ’98 (o non equivalenti) rimane ancora la problematica principe che deve essere risolta. E’ innegabile che i tempi che si sono trascinati siano inaccettabili; la dimostrazione avuta con il D.P.C.M. sull’equivalenza spiega quanto la politica sia lontana dalla logica della cose e, molto spesso, incomprensibile. Dodici anni di attesa per i 10.000 colleghi che, per legge, dovevano ottenere, tre mesi dopo la pubblicazione della legge 42/99, il decreto applicativo per l’ottenimento dell’equivalenza, la dicono lunga e non promettono bene.

Appunto siamo ancora qui a parlare di post ’98. La grande frustrazione generata da tanta ingiustificata attesa ha portato, oltre alla ovvia sfiducia nelle istituzioni pubbliche, ad evidenziare sfiducia in chi per anni si è prodigato per la soluzione del problema. Comprensibilmente il consiglio nazionale FNCM si rende conto della difficoltà dei colleghi nel continuare a porre speranza in un’associazione che promette impegno e profonde energie su tutti i fronti ma, ancora oggi, non è riuscita ad ottenere quanto prospettato. Allo stesso tempo però, chi è vicino ai Consiglieri ed al Presidente conosce quanti e quali sforzi sono stati compiuti e, credete, si compiranno. E’ forte convincimento di FNCM che la politica rimane la sola strada percorribile e che l’obiettivo che abbiamo di fronte possa essere raggiunto completamente solo a seguito di un insostituibile atto politico. Lo sforzo della nostra associazione rimane massimale ed il credito nell’ ottenimento della fine di questa eterna questione deve essere ed è grande. Tale fiducia è quello che si chiede ai nostri associati ed a quanti vorranno, speriamo, diventare soci per supportare questo pesante fardello. Fardello che, speriamo, ci toglieremo presto dalle spalle con grande soddisfazione.

Le frustrazioni già enunciate hanno però già fatto delle vittime. Massofisioterapisti uniti sotto un comitato denominato Cem hanno, come da loro programma e dichiarazione di avvenuto evento (che alleghiamo), proceduto con un’istanza che, tra le altre cose, comprende la richiesta di abrogazione del D.P.C.M. relativo all’ equivalenza al fisioterapista. I colleghi equivalenti sappiano quindi che qualcuno sta attentando al loro status giuridico !

L’iniziativa successiva, esaminata in sede consigliare, è stata quella che ha unito, e sottoscritto in un protocollo d’intesa, le sigle rappresentative di massofisioterapisti denominate Cem, Aimtes e Simmas. L’accordo in questione (che alleghiamo), a nostro parere, rimane totalmente fuorviante e al di fuori della realtà e rappresenta quindi una strada impercorribile e oltremodo pericolosa.

La sostenuta equipollenza per tutti, che appare sostenuta dalla legge 42/99 nell’ interpretazione del suddetto comitato, in realtà, se ben si legge l’articolo 4, comma 1, (che alleghiamo), si rivela solamente una chimera. Chimera pericolosa se affidata ad un giudice, che potrebbe addirittura porre fine al sogno desiderato, peggiorando il momento attuale con un effetto retroattivo disastroso.  La proposta di continuare a formare, oltre a sembrare palesemente sospetta, si mostra nel suo anacronismo ed impraticabilità. Come sarebbe possibile riordinare e, allo stesso tempo, perpetrare nella continuità della formazione di una figura che serve solo a generare indebita concorrenza e benefici economici per gli enti formatori?

Ma soprattutto chiedere un riordino come operatori sanitari dell’area riabilitativa ci pare una retrocessione non necessaria; i massofisioterapisti possono farne a meno.

A conclusione dei lavori il Consiglio Nazionale decide quindi di proseguire, sempre e comunque nell’ interesse reale dell’intera categoria, la battaglia che si sta portando avanti ormai da anni ma che rimane obiettivo irrinunciabile di FNCM: la soppressione dei corsi di formazione e conseguente riordino a norma di legge per tutti i massofisioterapisti.