Scritto il 8 Gen 2018 da

l'opinione fncmCominciamo dalla fine. Il DDL Lorenzin è stato approvato. E per l’ennesima volta, e speriamo non l’ultima, i massofisioterapisti sono stati esclusi dal provvedimento salvavita che, in teoria, doveva essere incluso nel testo del disegno di legge. Non è certamente una mancata considerazione del problema quella che, politicamente, risulta invece una scelta ben precisa, ponderata e nel contempo codarda e misera nella sua ricostruzione temporale. I commenti sull’approvazione del provvedimento di legge si sprecano ma andiamo con ordine e cominciamo, invece, dall’inizio. Il DDL Lorenzin non è altro che una nobile intenzione, perlomeno alla nascita, della politica nostrana di riformare, quanto necessario in breve tempo, in ambito salute pubblica. Tralasciamo volutamente i capitoli che non ci riguardano direttamente e andiamo dritti alla corposa e dibattuta sezione di riforma o riordino delle professioni sanitarie. Tale infatti risultava l’intenzione del legislatore. L’inclusione di nuovi professionisti (vedi chiropratici e osteopati) e il riordino del pregresso. É proprio a questo punto che veniva spontaneo pensare che qualcuno avrebbe finalmente preso l’annosa decisione che ci pendeva sul capo da anni. Ovvero che i massofisioterapisti avrebbero avuto considerazione opportuna e che, in una maniera o in un’altra, ci avrebbero comunicato cosa si voleva fare di noi. Perché, se tutti ben conosciamo quali sono le problematiche che ci perseguitano, non sapevamo in verità quale debita considerazione  ci avrebbero concesso alla fine. Ebbene a prevalere sono stati l’ignoranza (tecnicamente parlando) e la ponziopilatesca decisione parlamentare di escluderci totalmente del provvedimento.

Eppure erano stati presentati gli opportuni suggerimenti. Eppure i contatti politici sviluppati negli ultimi mesi avevano fornito sufficienti garanzie di un successo quasi certo quanto maturo e opportuno. Eppure il provvedimento suggerito da FNCM (l’unico tra i tanti e troppi emendamenti presentati) era arrivato fino alla fine della discussione politica. Ebbene, con tanti eppure, non si è voluto considerare grave ed improcrastinabile una soluzione e si è pensato conseguentemente di lasciare le cose come stanno. Quindi un disastro. Della necessità assoluta di una sanatoria per i massofisioterapisti (a qualcuno non piace questo termine ma il mio senso pratico mi impedisce di usare sinonimi più edulcorati) non si avevano dubbi, o almeno non ne aveva FNCM. Altre associazioni di massofisioterapisti, come dimostrato in questi ultimi anni, invece dichiaravano la loro presunzione di galleggiare nella legge, o anche un po’ sopra, ritenendo del tutto inopportuna una qualche riga a riguardo nella nuova legge che si andava a delineare. Salvo poi, all’ultimo ed in totale contraddizione con quanto espresso più volte nel recente passato, presentare emendamenti impresentabili nei contenuti. Risulterà evidente quanto, nella confusione più totale, la promozione di più provvedimenti recanti ognuno la stessa tematica ma con risoluzioni diverse, abbia potuto generare altrettanta ulteriore confusione.

Da anni si assisteva ad una capillare cattiva informazione presso i colleghi massofisioterapisti. Le varie associazioni o comitati, formatesi a seguito di FNCM, hanno costantemente bombardato di devianti nozioni i colleghi, costringendoli ad optare, consciamente od inconsciamente, per facili soluzioni confortate da norme di legge o sentenze, che nella realtà non sono e non sono mai state garanzia di sopravvivenza della nostra non troppo fortunata categoria. Era ed è però facile abbindolare chi, preoccupato se non disperato, preferiva affidarsi e fidarsi di chi proponeva crudelmente un rassicurante e confortevole status di legge che purtroppo non esiste. FNCM, da sempre, offriva una realtà più spinosa. I massofisioterapisti avevano problemi seri e l’unica soluzione era un provvedimento di legge ad hoc che sanasse i vuoti normativi che conosciamo. Questo piaceva meno ma i fatti odierni ci danno ancora ragione.

Proprio per queste motivazioni, una volta appurato che il DDL in questione poteva senza ombra di dubbio sgomberare il campo da questioni irrisolte, non abbiamo perso tempo e ci siamo gettati a capofitto. Febbrili contatti con funzionari ministeriali, politici e quant’altri dovevano una volta per tutte levarci i problemi. Così sfortunatamente non è stato. Dobbiamo ringraziare, purtroppo solamente per l’impegno profuso, l’On. Giachetti  (Pd), il Consigliere Santori (FdI), il Sen. Mandelli (FI), la Sen. Comaroli (Lega), l’On. Rondini (Lega) e l’On. Guidesi (Lega). Qualcuno di questi si è sicuramente speso più di altri evidenziando come, in sede  di votazione parlamentare, la volontà, ancora oggi non spiegabile, di negare quanto di più giusto ci potesse essere quale l’emendamento sui massofisioterapisti, sia stato cancellato dal testo di legge con una superficialità ed una malvagità della quale il parlamento non si è nemmeno reso conto.

Ora si ricomincia. Il passato di FNCM è limpidissimo e alla luce del sole. Il massimo impegno non è mai mancato ed un risultato su tutti, l’equivalenza per i massofisioterapisti pre ‘96, parla da solo. Nessuna trascuratezza è stata e mai sarà mostrata nel difendere gli interessi dei colleghi che non hanno potuto beneficiare del provvedimento di equiparazione. Purtroppo, in questo caso come in altre occasioni, la politica ci è stata avversa. Certo è difficile pensare a soluzioni migliori di essere inseriti in un provvedimento di legge specifico come questo e la discussione parlamentare è stata sicuramente quanto di massimo si potesse aspirare. E lì abbiamo perso.

Dopo il fisiologico momento di scoramento si addice però una analisi. Il ministero della salute aveva “l’occasione della vita” per dimenticarsi dei massofisioterapisti. Con un emendamento come quello presentato indirettamente da FNCM si fermava la formazione ormai figlia del passato, si sanava il pregresso e si eliminava una fonte di discussione ormai fastidiosa per tutti, soprattutto per i diretti interessati. Questo ministero non ha fatto quanto in proprio potere. Non ha spinto la norma ma, anzi, ha tentato pelosamente di introdurne un’altra, modificata ad arte aggiungendo un non richiesto neo massoterapista, che non ha fatto altro che provocarne il fallimento. Con costoro dovremo continuare a confrontarci ma l’ennesima dimostrazione di inettitudine non lascia più un briciolo di pazienza per gli eventuali prossimi momenti di dialogo. Del parlamento abbiamo già accennato e, tolto il doveroso ringraziamento a coloro che si sono realmente spesi per la causa, non possiamo che sottolineare quanta poca attenzione ci sia stata per i veri problemi delle persone. Il minimo della fisiologica lungimiranza insita in qualsivoglia Onorevole avrebbe dovuto suggerire una soluzione, che non doveva essere necessariamente quella di FNCM, ma non certamente il tragicomico accantonamento del dilemma. La chiusura della 17° legislatura di questi giorni ne rappresenta l’ideale epilogo. Non ultimo ed emblematico, uscendo un poco da casa nostra, osserviamo essere quanto sta accadendo alle insegnanti della scuola primaria. Una riforma dei criteri di accesso a favore dei laureati a dispetto di coloro in possesso di un diploma magistrale esclude di colpo coloro che sono al servizio dello stato come precari anche da vent’anni. E sempre a causa di una norma raffazzonata che non ha considerato l’equipollenza del pregresso. La storia, vergognosamente, si ripete e la questione sulla qualità dei nostri governanti pure.

FNCM comunque non molla. Una possibilità esiste sempre e noi cavalcheremo sempre quest’idea. Anche perché non pensarla così significherebbe abbandonare al proprio destino una categoria che non lo merita. Nei mesi precedenti la discussione parlamentare abbiamo assistito a numerose, e spesso poco edificanti, elucubrazioni mentali di colleghi che si sono alternati nei giudizi sull’operato del direttivo FNCM. Tanti e tali commenti, specialmente nei social network, hanno creato una situazione di dissidio e di lotte intestine che, oltre a gettare nella confusione i colleghi inconsapevoli di ingurgitare sciocchezze inenarrabili, hanno illuso tanti con favole e favolette. In particolare la grande illusione di un’ipotetica unione di tutti i massofisioterapisti che avrebbe portato a risultati mirabolanti sembrava, e sembra ancora a qualcuno, la panacea di tutti i mali. Ora, discutere del malaffare di un’associazione unica di massofisioterapisti come di grave peccato, sarebbe a dir poco presuntuoso. Allo stesso tempo, però, è una certezza che alle istituzioni non interessa nulla del fatto che si presenti un’associazione numerosa o meno. Sono piuttosto interessati, come appurato, alla scomparsa degli stessi con annesse associazioni e comitati vari. E questo tristissimo assunto non merita neanche un fugace pensiero.  Nei mesi a venire verificheremo la bontà del nostro operato, come associazione dei massofisioterapisti, in occasione del Congresso FNCM 2018. Tale evento si ripete ogni quattro anni e rinnova totalmente il Consiglio Nazionale. Il Congresso degli associati eleggerà i nuovi Consiglieri Nazionali. In tale circostanza l’apporto degli associati risulterà fondamentale con i loro suggerimenti e con le nuove candidature che auspichiamo numerose e di qualità. Saranno presenti diversi personaggi politici ai quali chiederemo e imbeccheremo, come sarà più opportuno, con gli interessi della categoria, diciamo senza troppi peli sulla lingua. Invitiamo quindi fin da ora tutti i massofisioterapisti desiderosi di confrontarsi sia con il Consiglio Nazionale FNCM sia con i politici presenti all’evento. La mattinata sarà infatti aperta a tutti i mft, anche non associati. Il pomeriggio invece sarà momento elettivo riservato ai soli soci. Inutile ricordare che i momenti spesi nel confronto, come nel nostro Congresso Nazionale, aiutano a chiarire i dubbi, aiutano a capire e sono una occasione di proposta. Essendo, però, la data del congresso fissata per il 15 aprile, resta opportuno fissare altrettanti alcuni punti fermi: bisognerà tentare assolutamente di provvedere a quanto non avvenuto all’interno del DDL e tentare di convincere sempre più massofisioterapisti, oltre a quelli già iscritti, della bontà dell’azione di FNCM.

Senza falsa modestia ritengo che quanto sostenuto ad oggi dalla mia e nostra associazione, nelle varie sedi politiche,  sia quanto di meglio si potesse proporre. Il che non ha purtroppo significato automatica approvazione, come verificato. É risultato però evidente che le nostre proposte sono state quelle che, alla fine, tutti i colleghi avrebbero voluto come approvate e che la politica ha portato a giocarsi in finale. Persa, ma sempre in finale. E da soli. Ora non rimane che rimboccarsi di nuovo le maniche. Abbiamo imparato (non si finisce mai) che la strada maestra non è per noi quella giusta e abbiamo già pronte alternative sulle quali spendere le ennesime energie. Abbiamo bisogno però sempre dell’aiuto di tutti i colleghi. Abbiamo bisogno del supporto dei nostri associati che aspettiamo al Congresso sempre più numerosi , desiderosi di un confronto fra di noi e con la politica.

Riflettiamo bene sui fatti appena avvenuti e tiriamo finalmente le giuste conclusioni, pronti, tutti insieme, a compiere il passo giusto verso le istituzioni e costringerle infine a concederci quanto giustamente richiesto più volte, troppe volte. Sarà dura ma dobbiamo provarci assolutamente. Tutti insieme in FNCM.

Claudio Marcotti

Segr. Naz. FNCM