Riflessioni sullo stato dell’Osteopatia in Italia

In relazione all’articolo apparso su quotidianosanità.it il 23 settembre 2020 con titolo “Osteopati, Fumata nera tra Governo e Regioni su accordo per istituzione della professione” i commenti all’intero della categoria purtroppo si sprecano. L’associazionismo di categoria Osteopatica in Italia è per esperienza eterogeneo, sia nello stato dell’Osteopata sia negli interessi formativi legati comunque alle singole associazioni. Interessi, legittimi, ma che hanno portato, a nostro parere, ad avere un’unione ed intento forte nell’apparire ma forse fragile nel contenuto e nella strategia. L’esperienza che abbiamo in F.N.O.I. (Federazione nazionale Osteopati Italia) attraverso la pluri-decennale F.N.C.M. (Federazione Nazionale dei Collegi dei Massofisioterapisti) presente da 40 anni nelle professioni sanitarie ci ha fornito un approccio istituzionale, che abbiamo condiviso, ma che è stato da pochi recepito. Sappiamo quanto in Italia sia complicato l’iter legislativo, e possiamo immaginare quanto lo sia per una professione sanitaria. A tutto ciò dobbiamo aggiungere che parliamo di una professione poco voluta dalle categorie vicine e per taluni aspetti sovrapponibile ad altre.L’ approccio da sempre proposto è quello di lavorare con tutte le parti che sono tenute ad esprimersi sull’iter di riconoscimento. Anche se sono diverse per istituzionalità, interesse e “modus operandi”.
Discutere prima con loro una bozza, lavorare sulle criticità e sulle sovrapposizioni può richiedere del tempo, ma quando si arriva alla conclusione, la materia è già dibattuta e concordata nelle varie criticità. In questo quadro oggi difficile per l’iter dell’Osteopatia, si aggiunge una ulteriore spina nel fianco per gli osteopati che non hanno alle spalle una professione sanitaria Italiana.Sui social, sono ormai numerosi i post dove si può leggere un parere ministeriale che pare appunto affermare che, essendo l’osteopatia individuata nelle professioni sanitarie, ma non ancora normata, può quindi essere esercitata sul territorio Italiano da persone con possesso di Laurea in medicina o fisioterapia.Uno shock per il sistema e per tanti professionisti. Un parere non è legge, ma se emesso da un organo autorevole dello stato non può essere ignorato, in particolare da chi è preposto a vigliare sulla tutela della salute del cittadino. La speranza, il lavoro e l’obbiettivo federale è quello comunque di arrivare il prima possibile ad una regolamentazione chiara di tale stupenda professione.

A.Q.